Storia Contemporanea

Il 22 novembre 2022 è venuto a mancare a Roma il compagno Turi, la Fondazione ne ricorda la sua lunga esperienza sotto le bandiere dell’internazionalismo con questo profilo della sua vita politica e con un breve ma profondo appunto che Turi aveva scritto nel 2017.

Padellaro Salvatore, detto Libertino o Turi. Nasce a Piazza Armerina (EN) il 25 gennaio 1930 da Sebastiano e Agata Padellaro. Si avvicina alle idee comuniste alla fine degli anni Quaranta leggendo casualmente il testo di Bruno Rizzi “Il socialismo dalla religione alla scienza”. Nel 1951 si iscrive alla facoltà di Scienze politiche di Catania, ma poi non dà alcun esame e non prosegue gli studi. Successivamente si trasferisce a Cosenza presso una sorella e svolge le mansioni di rappresentante per la casa editrice Einaudi. Da giovane si iscrive alla FGCI e poi al PCI, per poi venirne espulso per contrasti politici. Avvicinatosi alle idee libertarie, nel settembre del 1955 si trasferisce a Genova aderendo ai GAAP e collaborando assiduamente con la redazione de «L’Impulso», con traduzioni di articoli dal francese. Dopo un breve trasferimento a Parigi in cerca di lavoro rientra in Liguria. Presente alla Quinta conferenza nazionale (Pisa, 1955) nella quale è nominato, insieme ad Adriano Ferrari, redattore de «L’impulso» come collaboratore di A. Cervetto, chiamato quest'ultimo alla guida della direzione del periodico. A Genova collabora anche con la segreteria del Comitato nazionale dei GAAP e cura per l’organizzazione dei giri di collegamento nel Sud Italia; a lui si deve la ricostituzione del gruppo di Siracusa nel gennaio del 1956. Il 5 marzo 1956 viene denunciato per «vilipendio al governo» dalla Questura di Genova per aver scritto un articolo su «L’Impulso» contro il governo Segni in occasione dei fatti di Venosa nei quali rimase ucciso il bracciante Rocco Girasole (“Nel Sud il piombo è la risposta al diritto di essere sfruttati”, 31 gennaio 1956). Il 6 maggio 1956 il Comitato nazionale incarica S.P. e Cervetto di rappresentare i GAAP nella messa a punto e nella redazione del nuovo periodico «Azione comunista» che verrà editato dal mese successivo, a Milano, a cura dei gruppi guidati da G. Seniga. Il 19 e 20 maggio 1956 partecipa alla riunione di Torino organizzata da «il programma comunista» per seguire la relazione di Amadeo Bordiga sul tema “La Russia nella grande rivoluzione e nella società contemporanea”. L’incontro, come si vedrà in seguito, lascia in S.P. un segno tangibile con il suo avvicinamento alle tesi bordighiane. Sempre in questo periodo incontra André Marty, uno dei fondatori del PCF e ora in dissenso con i suoi ex compagni. Poco tempo dopo, alla fine del luglio 1956, S.P. lascia l’incarico di collaboratore di «Azione comunista» per l’emergere di un contrasto personale con Cervetto e per la convinzione che sia errata l’impostazione data dai GAAP nella collaborazione con i gruppi di «Azione comunista» (GAC). S.P. è presente alla Sesta conferenza nazionale (Milano, 1956) nella quale si decide il cambio di denominazione dell’organizzazione in Federazione comunista libertaria (FCL) e una più stretta collaborazione con i gruppi della sinistra rivoluzionaria al fine di raggiungere l’unità con la costituzione del “Partito di classe”. S.P. condivide ora la scelta della FCL per la collaborazione con i GAC e alla Settima conferenza nazionale (Genova, 1957) approva la mozione conclusiva nella quale si decide la fusione dell’organizzazione insieme ai gruppi suddetti con la costituzione del Movimento della sinistra comunista. Dopo il primo convegno nazionale del MSC (Livorno, 1957), invia le proprie dimissioni dall’organizzazione denunciando la mancanza di una «salda teoria rivoluzionaria» e la «confusione ideologica» che giudica permanere all’interno del movimento. Successivamente si avvicina al gruppo de «il programma comunista», organizzazione nella quale milita per alcuni anni con un rapporto non facile, fatto di aspre discussioni e polemiche: basti ricordare le “Tesine relative alla «Questione spaziale»” nel maggio 1961. In quello stesso anno si trasferisce ad Algeri dove insegna in un liceo fino al 1969. Tornato in Italia, dal 1971 si allontana dall’organizzazione guidata da B. Maffi e, a metà degli anni Settanta, è promotore di una breve esperienza editoriale al di fuori del controllo del PC Internazionale, le Edizioni sociali, che propongono testi di Ottorino Perrone e Bordiga. Nel 1976 cerca di promuovere, insieme a Roger Dangeville, il gruppo “Sul filo del tempo”. Questa è la sua ultima esperienza politica e da quel momento S.P., trasferitosi nel frattempo a Roma, si dedica allo studio.

Fonti:

S. Saggioro “In attesa della grande crisi. Storia del Partito Comunista Internazionale «il programma comunista» (dal 1952 al 1982)”, Edizioni Colibrì, Milano 2014.

F. Bertolucci “Gruppi anarchici d’azione proletaria. Le idee, i militanti. L’organizzazione”, tomo III, BFS edizioni – Pantarei, Milano 2019.

Storia Contemporanea

Non so in che modo e quando dovrò dare l’addio al mondo. È certo che sarà annullata per sempre la mia esistenza e insieme il mio bisogno di sapere che le ha dato un senso; e di tentare di operare per un futuro sociale comunista.
Non ho chiesto di vivere io alla natura; ma ora, quasi alla fine, non mi va proprio di morire. Anzi ciò mi dà un dispiacere infinito e non ci posso però fare nulla.
Sul nostro pianeta, un piccolo punto dell’universo, una volta apparsa spontaneamente dalla materia inorganica quella organica – che chiamiamo vita – la morte non la decide nessun esser sovraumano. La morte stessa invece è programmata, nel corso dell’evoluzione, dallo stesso formarsi e delimitarsi della specie che, nel perseguire il tentativo ostinato di eternarsi, sacrifica senza riguardo alcuno, i suoi stessi individui.

7 settembre 2017

Turi