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Dall'Introduzione di L. Gerosa:
Mezzo secolo fa, Raffaele Colapietra, illustrando la documentazione di cui si era servito nello studio sulle vicende politiche della Napoli del primo dopoguerra, a proposito degli archivi privati di taluni protagonisti della sua storia (Labriola, Rodinò, Amendola), accennò all’esistenza di “carte gelosamente custodite da Amadeo Bordiga”. Pensava evidentemente a documenti inediti o riservati relativi all’attività politica del rivoluzionario napoletano in quegli anni, almeno fino all’arresto nel febbraio 1923.
Nulla di meno vero; e del resto lo stesso Bordiga aveva già smentito tale circostanza, facendo capire che l’“archivio buono” era nelle mani di quelli che “avevano la memoria claudicante”.
Un “archivio” nella casa di Formia dove Bordiga visse gli ultimi anni della sua vita tuttavia esiste, e di importanza non certo trascurabile; si riferisce però ad un periodo diverso da quello supposto dal Colapietra, prevalentemente alla seconda metà della vita privata e pubblica, professionale e politica, di Bordiga – periodo che una lunga stagione “storiografica” ha liquidato, con piena coscienza di mentire, come un “ritiro a vita privata”, dopo la sua espulsione dal partito comunista d’Italia nel 1930.
…
Quanto alle carte, tenute in maniera ordinata cronologicamente decrescente dal documento più recente a quello più antico (come fa il professionista con le sue “pratiche”) in cartelle contraddistinte da un titolo che, con un tema, un nome o una data, ne richiamava succintamente il contenuto, possono essere grosso modo suddivise così:
a) l’attività politica, svolta nel Partito Comunista Internazionalista, sulla stampa e nelle periodiche riunioni generali dell’organizzazione;
b) l’attività urbanistica svolta nell’ambito del Collegio degli ingegneri e architetti di Napoli, sulla stampa cittadina e specialistica;
c) quella esercitata nell’ambito della sua categoria professionale, diretta alla definizione, dibattuta a lungo dopo la scomparsa delle corporazioni fasciste, della figura e del ruolo dell’ingegnere libero professionista sul piano giuridico e sindacale;
d) documenti relativi alla sua attività professionale: progetti, perizie, consulenze, con relativa corrispondenza;
e) documenti concernenti la vita familiare.